¡Viva la vida! Omaggio a Frida Kahlo

È con il monologo ¡Viva la vida! che si apre il nuovo anno al PoloCivicoCulturale di Cigognola.

Domenica 15 gennaio 2017, nella sede dell’associazione culturale L’Officina delle buone idee (Valle Cima, Piazza d’Europa Unita, 1 – inizio ore 17,00), nell’ambito della seconda edizione della rassegna Guarda un libro!, Zelinda Gasparini porterà in scena, nell’allestimento curato da Elisa Califano, il lavoro tratto dall’omonimo, piacevolissimo saggio di Pino Cacucci, giornalista e scrittore, che attraverso questa opera elenca tutti gli avvenimenti più importanti che hanno caratterizzato la vita dell’artista messicana.

Mentre corre verso la morte, Frida torna ai patimenti della sua reclusione forzata (ripetutamente ingessata e condannata all’immobilità a causa di un gravissimo incidente), ai suoi lucidi deliri artistici di pittrice affamata di colore, alla sua relazione con Diego Rivera (un amore contrastato, travagliato, costellato da tradimenti da parte di entrambi). Nelle pagine di Cacucci c’è il Messico, c’è il risveglio dell’immaginazione, c’è la storia di una donna, c’è la rincorsa di una passione mai spenta per un uomo. La sintesi infuocata di un’esistenza. In una recente intervista lo scrittore dichiara: Frida era, è e, probabilmente, sarà sempre l’anima profonda del Messico, l’artista che più di ogni altra/più di ogni altro lo rappresenta. Frida è l’artista che ne ha colto l’anima ancestrale, l’anima fatta di gioia e di dolore, di questa impalpabile continua mistura di sofferenza e filosofia di vita, tutta tesa al momento, al presente, all’intensità.

Frida era così, una bomba avvolta in nastri di seta – come la definì André Breton – ribelle in ogni gesto e sovversiva in ogni pensiero, convulsamente bella, di una bellezza a molti incomprensibile. Frida dalla voce profonda, dalla risata dirompente, Frida dagli occhi perforanti, eternamente vivi, che non si sono mai chiusi, che sono rimasti fissi su di noi che la guardiamo negli autoritratti perché, come ha dipinto sul suo diario poco prima di quel 13 luglio 1954, continuerò a scriverti con i miei occhi. Sempre. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà diceva Frida Kahlo. E l’ultima realtà dipinta fu una natura morta raffigurante dei cocomeri: una tipologia di soggetto che la pittrice chiamò provocatoriamente naturaleza viva (nella foto). Otto giorni prima di morire, scriverà in rosso sulla fetta centrale: VIVA LA VIDA.

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