Inalca, più benessere e meno farmaci nelle carni bovine

Punta sulla qualità della carne il nuovo protocollo Inalca (Gruppo Cremonini) sul benessere animale con standard di eccellenza da applicare nei propri allevamenti e da estendere gradualmente anche ai 15.000 allevamenti italiani che riforniscono l’azienda.

Grazie agli accordi di filiera avviati con Coldiretti, il protocollo avrà un impatto importante per tutto il settore delle carni bovine in Italia. L’iniziativa, presentata a Roma, è frutto di un progetto biennale promosso dalla Regione Lombardia e cofinanziato per circa un terzo da Inalca nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, in collaborazione con l’Università di Milano – Dipartimenti di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare (VESPA) e di Medicina Veterinaria (DiMeVet) – e la Fondazione Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia. L’attività di studio ha direttamente coinvolto anche 2 aziende agricole lombarde (Agricola Marchesina e Agricola Martinelli), attive nel settore bovino da ingrasso nelle province di Milano e Bergamo.

Presentando il protocollo, Luigi Scordamaglia, AD di Inalca, ha spiegato che “grazie a questo progetto, il benessere animale diventa misurabile in termini reali e concreti, offrendo dati utili per la gestione sostenibile di un allevamento di bovini da carne, un vero e proprio esempio di ciò a cui vuole tendere tutta la filiera italiana. Qui non si tratta solo del rispetto delle norme, prerequisito peraltro imprescindibile, ma dell’attivazione di uno strumento competitivo per pianificare investimenti e creare valore riconosciuto dal mercato. Il tutto per fornire risposte concrete ad un consumatore che comincia finalmente a non credere alle fake news che qualcuno strumentalmente diffonde sulla carne e, sempre più consapevole ed informato, sceglie la qualità e l’italianità che solo una filiera integrata può offrire. Solo una vera alleanza di filiera potrà consentire di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi in termini di sostenibilità a 360 gradi”.

All’incontro di presentazione sono intervenuti Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, Giovanni Sorlini, Resp. Qualità, Sicuerezza e Sviluppo Sostenibile Inalca, Alessandro Gastaldo, Fondazione CRPA, Riccardo Compiani, Università di Milano, Carlo Angelo Sgoifo Rossi, Università di Milano e coordinatore del progetto, Silvio Borrello, Direzione generale sanità animale e farmaci veterinari MIPAAFT, Piero Frazzi, Direttore unità organizzativa veterinaria della Lombardia, e Gaetano Penocchio, Presidente Federazione Nazionale Veterinari.

Il nuovo protocollo per gli allevamenti di bovini da carne (vitelloni e scottone) supera ampiamente le prescrizioni di legge sul benessere animale e copre l’assenza di una normativa specifica sul benessere animale nell’allevamento dei bovini da carne. In particolare, il primo passo del progetto consiste nella realizzazione di una banca dati per verificare gli effettivi consumi di antibiotici e definire obiettivi di miglioramento. Inoltre, le linee guida del protocollo intervengono su tutti i fattori che influenzano il benessere dei bovini, quali ad esempio la corretta gestione dello spazio per ogni animale, il microclima, l’organizzazione delle mandrie, le pratiche di biosicurezza, la nutrizione, l’igiene della lettiera, ecc., nell’intento di combinare al meglio tutti i fattori che influenzano lo stato di benessere dell’animale e con esso l’adeguata produttività dell’allevamento.

“È evidente – spiega Giovanni Sorlini, responsabile Qualità, Sicurezza e Ambiente di Inalca – che i temi del benessere animale e dell’uso prudente degli antibiotici sono usciti dalla sfera degli addetti ai lavori ed intercettano sensibilità etico sociali di particolare rilevanza per il consumatore, oggi più che mai disposto a riconoscere valore, di reputazione ed economico, oltreché di salute, in questi sforzi di miglioramento della filiera produttiva. Grazie a questo progetto il tema del benessere si pone al centro della produzione zootecnica e della gestione complessiva della stalla: l’applicazione del protocollo negli allevamenti permetterà infatti di individuare i punti di forza e di debolezza dell’allevamento sul tema benessere dei bovini, definire indicatori numerici e percorsi di adeguamento, coinvolgendo aspetti di tipo strutturale e gestionale, compresa l’analisi finanziaria degli investimenti e la relativa incidenza sui costi complessivi di produzione. Una consulenza a tutto tondo effettuata da veterinari esperti che intende superare il mero aspetto del controllo per privilegiare un rapporto di partnership stabile fra i vari soggetti della filiera e promuovere percorsi di miglioramento”.

Sul tema degli antibiotici, Sorlini precisa che “gli allevamenti della filiera Inalca hanno già ridotto del 18% l’utilizzo di antibiotici negli ultimi due anni. Stimiamo un ulteriore abbassamento del 10% nell’uso di antibiotici già nel corso del prossimo anno: un traguardo che verrà perseguito tramite l’applicazione estesa del protocollo e ulteriori azioni a difesa della salute degli animali, prima fra tutte la profilassi vaccinale”. In definitiva, col nuovo protocollo verrà reso disponibile un innovativo strumento di analisi e gestione per migliorare il benessere degli animali e di conseguenza la loro salute.

INALCA è la società del Gruppo Cremonini leader in Europa nella produzione di carni bovine e prodotti trasformati a base di carne, salumi e snack, con i marchi INALCA, Montana, Manzotin, Italia Alimentari, CorteBuona e Ibis. Nel 2017 ha registrato ricavi totali per oltre 1,96 miliardi di Euro. La società, con più di 5.000 dipendenti, ha 12 stabilimenti in Italia specializzati per tipologia di prodotto (nove per la produzione di carni bovine e tre nell’area salumi, snack e gastronomia pronta), e 26 impianti e piattaforme distributive all’estero, con una presenza importante in Russia e in vari Paesi africani. Oltre il 40% del fatturato della produzione deriva dalle attività estere. Inalca è il maggiore produttore di hamburger in Europa, con una capacità produttiva di oltre 120.000 ton di hamburger l’anno.

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