Il Sud del mondo accelera: 14mila miliardi di dollari di scambi entro il 2033 | Studio BCG

Con l’intensificarsi delle tensioni geopolitiche e la frammentazione dell’ordine globale tradizionalmente guidato dall’Occidente, un nuovo fronte si sta affermando con forza sullo scenario internazionale. È quello composto da 133 Paesi al di fuori delle orbite occidentali e cinesi, le economie del cosiddetto Sud mondiale (“Global South“), che oggi rappresentano il 62% della popolazione mondiale e circa il 18% del PIL globale.

Secondo le previsioni delineate nel report In a Multipolar World, the Global South Finds Its Moment”realizzato da Boston Consulting Group, queste nazioni – spesso considerate “emergenti” – stanno diventando poli strategici con un ritmo medio di crescita annuo del 4,2% da qui al 2029 – quasi il doppio rispetto all’1,9% atteso per i Paesi avanzati​ e stanno ridefinendo le proprie traiettorie economiche in un mondo sempre più multipolare.


Il nuovo motore della crescita mondiale

Tra i protagonisti, l’India si distingue: con un PIL atteso a 6.300 miliardi di dollari, è destinata a diventare la terza economia mondiale entro il 2029. Seguono Brasile e Indonesia, che scalano le classifiche globali​.

Questi Paesi stanno anche cambiando pelle: da fornitori di materie prime a poli industriali, digitali e tecnologici. Il Vietnam, il Messico e la Thailandia si confermano economie ponte tra Cina e Occidente. L’India, grazie a un ecosistema digitale avanzato (11% del PIL), un numero crescente di startup (117 unicorni nel 2025) e forti investimenti in infrastrutture, si posiziona come alternativa strategica alla Cina per il manifatturiero globale​.

Verso un nuovo ordine commerciale

Oltre alla crescita economica, il report segnala una profonda trasformazione delle relazioni internazionali. Alcuni Paesi stanno rafforzando i propri legami attraverso nuove alleanze multilaterali, come BRICS+, ASEAN, l’African Continental Free Trade Area (AfCFTA) e il Mercosur. Queste piattaforme, pur diverse per struttura e storia, condividono un obiettivo: costruire autonomia economica e diplomatica attraverso una rete sempre più fitta di cooperazione regionale​.

Un decennio fa, gli Stati Uniti e l’Unione Europea erano i principali partner commerciali del Sud America e della maggior parte di Africa e Medio Oriente. Oggi, la Cina è il principale partner per 63 economie del Sud del mondo (contro 36 nel 2013), e si prevede che gli scambi cresceranno al ritmo del 5,9% annuo fino al 2033​.

Anche sul fronte degli investimenti, il Sud mondiale consolida la propria posizione. Nel 2023, queste economie hanno attirato 525 miliardi di dollari di Investimenti Diretti Esteri (IDE) – superando per la prima volta i Paesi avanzati, che si sono fermati a 464 miliardi​.

Nuove rotte geopolitiche

L’approccio è sempre più orientato al multi-allineamento, in un contesto dove i Paesi cercano di mantenere relazioni attive con più potenze. L’India, ad esempio, continua a dialogare con Stati Uniti, Russia e Cina, modulando la propria strategia in base a interessi economici. Il Brasile rafforza i legami con la Cina, soprattutto nel settore infrastrutturale, e parallelamente lavora con l’Unione Europea su clima e commercio, come nel caso del Fondo Amazzonia e dell’accordo UE-Mercosur​.

Questa capacità di costruire ponti tra blocchi contrapposti è una delle leve chiave dell’ascesa del sud mondiale che si propone come interlocutore centrale in un mondo frammentato, ma interconnesso.

Crescita verde e realismo climatico

Il Global South si trova anche in prima linea nella sfida climatica. Nonostante le sue emissioni storicamente inferiori, fino al 15% del PIL combinato di queste economie è a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico, rispetto al 4% delle economie avanzate​. Di fronte a normative ambientali sempre più stringenti nei mercati di esportazione, molte economie stanno adottando un approccio pragmatico alla sostenibilità.

Alcuni esempi: l’Indonesia ha bloccato l’export di nichel per sviluppare filiere locali; il Cile promuove la trasformazione del litio in valore industriale interno; il Brasile, secondo produttore mondiale di biocarburanti, ha in programma investimenti per 40 miliardi di dollari entro il 2037; infine l’ASEAN, con una strategia di neutralità carbonica, stima un potenziale di 5.300 miliardi di PIL e 6.700 miliardi di investimenti verdi entro il 2050​.

Il report BCG suggerisce che questa traiettoria di crescita e trasformazione non sia episodica, ma strutturale. Le economie del Global South stanno conquistando centralità economica, peso politico e una voce sempre più forte nei consessi multilaterali. In un mondo che cambia, il baricentro della crescita globale si sta spostando e punta decisamente a Sud.

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